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Tredici anni della rubrica “Vita di Club” su La Nazione

Sul concludersi dell’anno 2006 mi chiamò al telefono la redattrice capo Letizia Cini per comunicarmi che la cronaca fiorentina de La Nazione aveva scelto me per curare la nuova rubrica settimanale “Vita di club”. All’epoca avevo recentemente preso il tesserino da pubblicista e collaboravo col principale quotidiano della città soltanto da pochi mesi, avendo prima militato tra le fila dei corrispondenti esterni di “Toscana Qui” ( gloriosa rivista diretta da Giorgio Batini con il preziosissimo contributo della figlia Maria Novella). I miei polsi ancora poco esperti tremavano mentre rispondevo al mio capo che “Sì, certo….conosco bene Rotary, Lions e tutti i vari club istituzionali della città…ovvio che ho i contatti….certo che posso mettermi subito al lavoro perchè la prima puntata della rubrica uscirà già questo lunedì…” Ovviamente, nonostante ne avessi sentito parlare, non avevo alcun contatto con soci rotariani o lionisti, nè avevo ben chiara cognizione di quelle che fossero le loro attività istituzionali a servizio del territorio. Di chiaro avevo in teata solo la canzone, un poco provocatoria, di Vecchioni “Rotary Club of Malindy”…Ma il fatto è che non potevo farmi scappare la preziosa occasione di curare una rubrica settimanale su La Nazione, nè avrei voluto in alcun modo deludere le aspettative e la fiducia che la cronaca aveva riposto in me. Mi misi alla ricerca di nomi di presidenti da contattare -primi tra tutti chiamai il Rotary Firenze e il Lions Firenze-, studiai la composizione, la gerarchia e le dinamiche di funzionamento delle più note organizzazioni di service internazionali per non arrivare completamente impreparata. Poi mi feci coraggio- allora ero una professionista veramente molto timida- e mi presentai ai primi appuntamenti per realizzare le interviste e comporre i pezzi. Seguirono molti altri incontri, con Kiwanis, Soroptimist e Inner Wheel e via via tutti gli altri club istitizionali della città. Settimana dopo settimana, intervista dopo intervista, ho scoperto che la solidarietà e il senso di responsabilità verso i bisogni del territorio e della popolazione disagiata che lo abita sono la base dell’operare di queste realtà, e che la volontà di migliorare concretamente le cose attraverso quelli che in gergo si chiamano “service” rappresenta la missione che le anima. Solo su Firenze sono centinaia le persone che ne fanno parte, e che in prima persona si adoperano perchè la città possa avere giornate dedicate alla prevenzione gratuita delle patologie più diffuse, occasioni di sensibilizzazione dei giovani sui temi della droga, del cyber bullismo, dei rischi connessi alla guida in stato di ebrezza. Restauro di opere d’arte, arredo urbano, giardini e monumenti. Sostegno ad associazioni che si occupano di settori disagiati della società. Tante le cose che ho imparato stando al loro fianco, settimana dopo settimana, dodici mesi l’anno. Tante le cose che ancora imparo ogni volta che incontro presidenti sempre nuovi ( le cariche si rinnovano ogni anno) per preparare gli articoli della rubrica che tutt’ora il mio giornale mi permette di curare e che esce di venerdì nella cronaca cittadina. Tredici anni di collaborazione umana e professionale che oggi, in un giorno qualunque alle porte dell’uscita di una nuova “puntata”, mi andava sinceramente di celebrare…