Caterina Cecuti con il suo ultimo romanzo noir "Nero addosso" (Pagliai editore, 2022)
Nero Addosso,  Romanzi

“Nero addosso”: il nuovo romanzo di Caterina Ceccuti

Nel suo ultimo romanzo, la scrittrice e giornalista fiorentina affronta il lato oscuro della società, tra violenza e perversione: dallo sfruttamento minorile al rapimento, nel racconto di una madre che ha perso suo figlio e di un ragazzo di strada che ha perduto il proprio futuro.

È fresco di stampa il romanzo breve “Nero addosso” (Pagliai Editore), firmato dalla giornalista e scrittrice fiorentina Caterina Ceccuti, già vincitrice del Fiorino d’oro per la narrativa edita nel 2015 con “La generatrice di miracoli”, e nella rosa degli otto finalisti del Premio Viareggio Repaci nel 2020, con “T’insegnerò la notte”.

Stavolta Ceccuti stupisce, non solo per i contenuti del racconto – che confermano quella “apprezzata vena magica” di cui parla Pietro Spirito riferendosi alla sua scrittura -, quanto per la scelta di uno stile asciutto ed essenziale, che offre al lettore un’immagine impressionista, piuttosto che un’opera figurativa: “In questa nuova avventura letteraria, la mia intenzione è stata quella di mostrare la storia nella sua nudità -commenta l’autrice- e fornire all’immaginazione del lettore un abbozzo di direzione da seguire, piuttosto che un’autostrada senza uscite. Nella vita reale, personaggi come quelli di Nero addosso non avrebbero avuto né lo spirito né il tempo di utilizzare giri di parole, rapiti come sono dalle urgenze degli accadimenti e dall’intensità delle emozioni provate”.

Il parallelo con l’arte pittorica d’altronde calza a pennello, considerando che Lidia, la protagonista della storia, è una pittrice di professione e che saranno proprio i colori – con le emozioni da essi evocati – a trascinare il lettore pagina dopo pagina, fino alla scoperta del fragile ed irrisolto mondo interiore di una antieroina dei nostri tempi.

“Di tutti i libri che ho scritto – confessa l’autrice – è forse questo quello più intimamente auto biografico. La Lidia del racconto sono io. Non nei passaggi della trama, come sarà facilmente intuibile per chi avrà voglia di leggerlo. Piuttosto nell’odissea delle emozioni, nella deriva psicologica ed emotiva che l’esperienza della perdita comporta per un genitore, per una madre”.

Un libro che affonda le radici nel passato dell’autrice, dunque, rimasta orfana della figlia Sofia di appena otto anni, e non a caso inserito dall’editore Antonio Pagliai nella collana dei tascabili “Libro verità”.

 

La trama.

Un pomeriggio assolato di sette anni prima Lidia ha perduto l’anima ai giardini pubblici della sua città. È accaduto quando il suo Riccardo, un bambino di appena cinque anni, sparisce misteriosamente. Da allora la sua esistenza cambia, così come la sua arte pittorica che da stilisticamente perfetta si trasforma in un irrequieto turbine di emozioni “I miei dipinti di allora erano privi di vita. Precisi, tecnicamente impeccabili, ma completamente privi di vita. Quelli degli ultimi anni sono l’esatto opposto, la tecnica è sparita ma è comparsa l’emozione. Come se il fatto di essermi persa l’anima da un momento all’altro avesse permesso alle mie opere di guadagnarne una propria”.

Lidia è un donna di quarant’anni, ancora bella “nelle linee di contorno e nei colori da tramonto”, ma morta dentro. Chiunque se ne accorge, basta guardarla in faccia pochi secondi. Lo sa bene anche il suo ex marito Massimo, che pure non perde la speranza di vederla risorgere dalla cenere in cui ormai si è ridotta la sua vita. Una notte Lidia incontra un ragazzino di strada nel parco della sua città. Ha gli occhi nero petrolio e lo sguardo tagliente, ma quelle piccole mani nervose che non trovano mai pace raccontano di un passato e di un presente tormentati, dolorosi, cui la protagonista non intende rimanere indifferente.

Si snoda fra le tre figure principali di una donna, un ex marito e un ragazzino vittima di sfruttamento minorile questo mini romanzo accattivante, il cui ritmo serrato conduce il lettore in un valzer di emozioni forti quanto inattese.

Protagonisti nascosti di Nero addosso sono i colori, attraverso i quali si estrinsecano le emozioni della protagonista e le atmosfere delle scene, in una danza delicata tra presente e passato.

Definito dall’autrice “il romanzo più autobiografico che abbia scritto, benché neppure in un solo rigo si parli di me stessa”, Nero addosso è un monito al godimento della vita quotidiana, della meraviglia rappresentata dalla normalità. Perché il cambiamento può nascondersi dietro l’angolo per ciascuno di noi. E la dedica delle prime pagine ne è memento “Alle mamme annoiate che non hanno più voglia di giocare a cucù”.

Nero addosso” di Caterina Ceccuti (Pagliai Editore)

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