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Daniele Ramadan: Avventure filosofiche a cura di Caterina Ceccuti

Mi imbatto non per caso in un libro da cui, almeno saltuariamente, tutti avremmo bisogno di attingere per rigenerarci un poco. Un libro di filosofia. É possibile, mi domando,  per un uomo o una donna del secondo millennio dopo Cristo, trovare tempo e spazio -non tanto materiale quanto mentale- per comprendere tra le proprie letture un libro di filosofia? Sempre più spesso mi capita di ascoltare i commenti delle persone, immerse come sono ormai in una quotidianità frenetica e semi virtuale, impegnate non stop nel dimostrare a se stesse e agli altri che sì, ce la fanno a districarsi abilmente tra innumerevoli impegni familiari, professionali, fitness, healthness, chi più chi meno col sorriso tirato sulle labbra per restituire al mondo un’immagine di sé patinata, invidiabile, fatta tutta di bellezza, forza, determinazione, coraggi, soprattutto apparenza. Un impegno faticoso, più simile a uno stress che a un quieto vivere, questo mettersi costantemente alla prova ed essere in grado di portare avanti due vite parallele, una di carne ed ossa ed una sui social media, dove dobbiamo diventare bravi al punto da saper far emergere il lato opportuno di noi stessi, lasciando decadere tutto il resto che pur sempre siamo. Non nego di averci provato anche io; in quei giorni la frenesia dei neuroni del mio cervello mi ha ricordato il movimemto delle palline di un flipper. Lo swift del pollice sullo smartphone che  slitta tanto rapidamente quanto la mia attenzione, tra messaggi whatsapp, e-mail, profili Facebook, Instagram, Twitter ecc… E mi sono resa conto di riuscire sempre meno a concentrarmi su qualsiasi cosa. Irrequieta e infiacchita dal vagabondare quotidiano nel mondo virtuale che tanto s’impegna a tenermi lontano dalla realtà, talvolta a stento sono riuscita a focalizzare il cervello su qualcosa che richiedesse più di dieci secondi di attenzione, compresa me stessa e i miei pensieri. In tutto questo, si diceva, potrei davvero trovare spazio e tempo per leggere un libro di filosofia? Me lo sono chiesto, prima ancora di aprire il volume di cui vi parlerò, e la risposta sul momento è stata che nessun habitat deve essere precluso al movimento della mente, per quanto spaventoso e misconosciuto possa apparire…quando ancora veste i panni della novità. Questo vale soprattutto se per movimento della mente intendiamo “capacità critica”, o dinamismo del pensiero. Nessuno spazio come quello offerto dalla filosofia ne assicura il costante allenamento. “Il filosofo -commenterà in seguito l’autore di cui vi parlerò- appartiene a una categoria di uomini e donne che mettono costantemente in discussione in modo critico e autonomo la realtà infingitrice ipotizzata dalla caverna di Platone. Il pensiero del filosofo, e nondimeno il suo percorso di vita, lo conducono ad uscire dalla caverna”.
Apro dunque la copertina di “Solo. Il falso inedito di Descartes” (Mimesis/Vite riflesse), firmato da Daniele Ramadan, e la sensazione è presto quella di aver aperto uno scrigno contenente preziosi di un’altra epoca,  di cui però il tempo non abbia sminuito il valore. L’autore è un giovanissimo filosofo classe 1990, che all’attivo ha altri due libri di narrativa, il primo dei quali s’intitola “Il Dio del mare” ed è stato scritto ad appena 23 anni. Mi sorprenderò, avanzando nella lettura lenta e ragionata cui non ero più abbastanza abituata, a raccogliere piccoli nuovi insegnamenti come fiori di campo inaspettati. Mi incuriosirò della vita -di riflesso del pensiero- di un Cartesio sconosciuto ai più e mi accorgerò anche di essere caduta infine nella trappola sapientemente predisposta dall’autore, nel momento in cui avrò smesso di chiedermi quali siano le componenti di fantasia e quale il vero, in questa biografia romanzata di stampo filosofico. Sarò pronta allora a lasciarmi semplicemente  trasportare dalla corrente della storia e della narrazione.
Più tardi, incontrando Ramadan di persona, scoprirò che “Vite riflesse” è una particolare collana di cui l’autore è curatore, che raccoglie libri narranti “il darsi di un intimo legame tra il pensiero e la vita dei filosofi, riconoscendo all’esperienza un ruolo importante per la filosofia”. Nei volumi di questa collana, dunque, la narrativa corre in aiuto della filosofia per enfatizzare  “l’importanza  dell’emozione, attraverso l’uso di uno strumento nuovo per la questa disciplina”, e raggiungere una dimensione in cui “I libri non siano solamente ricerche inedite, ma veri e propri romanzi capaci di svelare al lettore, senza filtri o pesantezze, un’immagine viva del filosofo”.
L’articolo completo si trova nell’ultimo fascicolo di Nuova Antologia (aprile-giugno), disponibile sul sito www.leonardolibri.com