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Va in scena “La generatrice di miracoli” Venerdì 25 maggio ore 21, Cinema Teatro La Compagnia.

“La generatrice di miracoli”, genere gotico non adatto ai bambini. Tratto dall’omonimo romanzo di Caterina Ceccuti (Pagliai Editore, 2014), che riceve il Fiorino d’oro per la narrativa alla XXXIII edizione del Premio Firenze. Riduzione teatrale ad opera di Paolo Biribò, Caterina Ceccuti e Marco Toloni. Spettacolo a cura dell’Associazione culturale EsTeatro. Regia Paolo Biribò e Marco Toloni. Interpretazione di Cristina di Sciullo, Rossella Magnolfi e Rosetta Ranaudo. Voce di Marco Toloni. Luci Lorenzo Castagnoli. Costumi Antonio Musa.
L’intero ricavato della serata verrà devoluto all’Associazione Voa Voa Onlus Amici di Sofia, che si occupa dell’assistenza a famiglie con bambini affetti da patologie rare neuro degenerative.
Ingresso su donazione minima di 12 euro. I biglietti non sono numerati e sono disponibili presso la segreteria della Onlus chiamando il 338.4344618, oppure attraverso il sistema di prevendita online messo a disposizione dal Cinema La Compagnia (www.cinemalacompagnia.it) o ancora presso la biglietteria (via Cavour 50/r) a partire da mercoledì 25 aprile 2018.

Sponsor dell’iniziativa: AIDDA (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda); Cantina Fratelli Zeni; Fondazione Ada Cullino Marcori; Lawley Indicatore Firenze; Ottica Lety Firenze.

Sinossi:
La vicenda si svolge tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.
Protagonista Teresa, che abita un antico casale sulle colline di San Donato, insieme alla sorella Lisa. In tenera età Teresa riceve la chiamata del Signore: osservando l’alba dalle colline di casa sente crescere nel cuore una sensazione mai provata prima. È lo stato di grazia. Decide dunque di dedicare a Dio l’intera esistenza e a diciotto anni entra nell’ordine delle Mantellate Serve di Maria, presso il convento di Treppio. Comincia così l’avventura di Teresa, ormai Suor Francesca, che assiste i malati del paese seguendo il Dottor Chiarugi di porta in porta. La distanza dalla cara sorella però rappresenta una vera spina nel cuore, cui si somma lo strazio dei malati di cui si prende cura. La loro sofferenza affligge Teresa fino al punto da diventare un tormento, e una notte, mentre prega nella sua cella, la giovane suora riceve la visita di un demone tentatore che le offre in dono la possibilità di guarire qualsiasi malattia con il solo tocco delle sue mani. Teresa, spaventata ma allo stesso tempo ammaliata, resiste e rifiuta. La Bestia però la perseguita, assumendo varie forme e tornando più volte a farle visita. Una sera le viene annunciato che, volente o nolente, il dono demoniaco sarà comunque nelle sue mani e spetterà solo a lei resistere o meno quando si troverà al cospetto di un malato. Intanto la sensazione d’impotenza dinanzi alla sofferenza altrui diventa un fardello ogni giorno più pesante, fino a che addirittura l’allieva prediletta del collegio di suore si ammala di tubercolosi. Ormai in fin di vita, la bimba viene involontariamente a contatto con le mani di Teresa e guarisce. La giovane suora cade allora in una crisi profonda, tanto fisica quanto spirituale, che porterà la madre superiora a decidere di allontanarla definitivamente dal convento. Tornata a casa può finalmente riabbracciare la sorella, ma lo spettacolo che l’aspetta è tutt’altro che edificante. Nei mesi in cui Teresa è stata in convento, Lisa viene sedotta, abbandonata e partorisce un bambino infelice, con gravissimi problemi di salute. Teresa si trova drammaticamente combattuta tra la possibilità di toccare l’adorato nipote facendolo guarire e dannando però di conseguenza la propria anima, oppure restare fedele a Dio e assistere all’agonia del bambino. Una sera Lisa scopre il potere della sorella e a quel punto la vicenda evolve in un finale tanto inatteso quanto spettacolare.